Addio a Antonio Paolucci: l'arte e la cultura come passione

Addio a Antonio Paolucci: l'arte e la cultura come passione
È morto uno dei massimi storici dell’arte italiani Antonio Paolucci. Chi ha avuto modo di collaborare con lui ha potuto apprezzare la sua inarrivabile capacità di tenere insieme disponibilità umana, rigore scientifico e capacità di divulgazione. Doti che lo hanno portato ad alti livelli accademici e istituzionali, ma che hanno anche contribuito alla sua popolarità: la sua capacità di modulare la voce, il limpido fluire del suo modo di raccontare aggiungevano un fascino unico alla profondità delle idee. Antonio Paolucci era nato a Rimini nel 1939, aveva studiato con Roberto Longhi e Francesco Arcangeli. Era uno dei massimi esperti di Rinascimento italiano. È stato Soprintendente a Firenze, prima per i Beni storici e artistici, poi per il Polo museale fiorentino dalla sua creazione nel 2002 al 2006, anno in cui divenne direttore dei Musei vaticani. Fu anche ministro per i Beni culturali nel governo Dini (1996-1996).

Giunti Editore ha avuto una lunga collaborazione con lo studioso, del quale ha pubblicato tra gli altri, il libro Arte italiana. Mille anni di storia. A maggio uscirà un suo testo inedito, dedicato all’Alba dell’arte, al periodo in cui, sulle coste del Mediterraneo prendevano forma culture e linguaggi artistici che avrebbero innervato la creatività del mondo occidentale per alcuni millenni. Ve ne anticipiamo qui alcuni brani.

Nasce in Grecia lo studio e l’interpretazione della realtà che ci circonda e nella quale siamo inseriti. Come ha messo in figura Raffaello nella Scuola d’Atene delle Stanze vaticane, non ci sarebbe il pensiero d’Occidente senza Platone e senza Aristotele, rappresentanti il primo della filosofia idealistica, il secondo del materialismo scientifico, sperimentale. Da loro, come da una fonte che tutto alimenta, discendono le tendenze, i saperi, le visioni del mondo: Socrate fondatore dell’etica civile, l’ateo Epicuro, il cinico Diogene, il “geometra” Euclide, Pitagora il matematico, Zoroastro e Tolomeo, scienziati del cielo e della terra”.

C’è un settore tuttavia che a Roma è stato coltivato con speciale attenzione in spirito di autonomia e che ha prodotto risultati di straordinaria originalità. Mi riferisco alla ritrattistica che è un aspetto tipico del genio artistico romano”.

Nella progressiva dissoluzione e trasformazione della civiltà antica, il cristianesimo, con il suo sistema di valori, con la sua visione del mondo e della storia, svolge un ruolo importante. Dall’immissione di quei valori e di quella visione del mondo, della storia, e del destino di tutti e di ognuno, nelle forme estetiche di una cultura figurativa che, specie nelle provincie, declinava i modelli classici in linguaggi sempre più rustici e dialettali, nasceranno – lo vedremo – i caratteri fondanti dell’arte d’Occidente, medievale o “romanza”. Un termine quest’ultimo usato per indicare tutto ciò che nella lingua, nell’architettura, nelle arti, ha nella romanità le sue origini e il suo fondamento”.
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